martedì 15 agosto 2017

Autodidatta. No, grazie!


Agli albori della civiltà  due persone, un bel giorno,  decisero di affrontarsi per la prima volta in una combattimento di lotta.

Prima di loro nessuno aveva praticato il combattimento di prese quindi non ebbero modo di imparare da nessun maestro un programma codificato di tecniche di lotta. Essi furono costretti  a rivestire  il duplice ruolo di allievi e maestri di se stessi.

In questa duplice veste dovettero improvvisare e, attraverso prove ed errori, scartarono tecniche inefficaci e conservarono quelle migliori. Queste poi furono insegnate ad altri aspiranti lottatori ed è così che nacquero le prime due accademia di lotta. 

I due maestri però non ci tenevano a far sapere ai loro allievi che erano degli autodidatti,  temevano di perderli se gli avessero rivelato questa verità e così gli raccontarono che le tecniche gli erano state insegnate dagli Dei. Qual'è la morale di questa favola?

In sostanza l'autoapprendimento non è ben visto, le competenze individuali acquisiscono maggiore autorevolezza se sono state tramandate, se hanno una tradizione, se sono il risultato dello sforzo di grandi maestri che ci hanno preceduto.

Il Brazilian Jiu-Jitsu perché ha avuto sucesso? Ma perché I Gracie, e non solo, sono andati oltre gli insegnamenti dei loro maestri e da autodidatti hanno fatto nuove scoperte, hanno inventato o scoperto, o reinventato e riscoperto un  modo di lottare molto efficace ed originale.

Per essere degli innovatori bisogna avere il coraggio di andare oltre l'appreso e superare le colonne d'Ercole del conosciuto.