mercoledì 16 agosto 2017

Il Report del Bjj Globetrotter Summer Camp 2017


Come sempre quando si parla dei Bjj GlobeTrotter, esperienze UNICHE, ben lontane dal livello italiano. 270 partecipanti, 21 istruttori, Una struttura polifunzionale incredibile come lo SportOase con piscine, palestre, climb wall, aule didattiche, skatepark, sauna, bar e ristorante. Workshop ed attività ricreative di tutti i tipi, tra cui beer pub tour notturni, cene tipiche e photo shooting professionale sul tatami. Lezioni private e di gruppo a pagamento e 'free'. Open mat giornalieri (mezzogiorno e sera) con 100/150 persone che lottano contemporaneamente. 

Agenda fittissima, il voler seguire tutte le classi porta al limite dell’esaurimento psico-fisico, ma con un po’ di esperienza dai camp precedenti ed un sano ‘sapersi dosare’ siamo riusciti ad uscirne vivi, un po’ malconci ma pur sempre integri…e pieni di nuovi spunti, idee, ispirazioni tecniche.

Certamente il tratto distintivo di questo camp è stato la crescente e dilagante tendenza a non limitarsi allo sport promosso dalla IBJJF ma a guardare al Jiu-Jitsu nel suo senso più completo, quindi dal sub only (nelle sue varie versioni) alla difesa personale, alle MMA-oriented con costanti riferimenti all'influenza del wrestling moderno (non a caso vi erano anche quest'anno molti lottatori di MMA e Luta Livre pronti a cimentarsi). 

A quanto sopra aggiungiamo il vero ‘valore’ di queste esperienze: i nuovi e vecchi amici, praticanti e maestri, di altre nazionalità, provenienti da tutte le parti del mondo. Noi come successo nella stragrande maggioranza degli altri camp, eravamo gli unici italiani (e questo dovrebbe far riflettere). Dopo svariate esperienze da Globetrotter, riteniamo che questi ambienti possano solo arricchire ed allargare gli orizzonti umani e jitseri nel più ampio senso del termine. 

Troppo complicato e troppo lungo, fare un report comune per tutti gli istruttori. Ho pensato quindi di sottolineare le lezioni che hanno stupito e/o impressionato di più, tralasciando magari gli istruttori che già conoscevo bene e che ho recensito in passato, soffermandomi di più sulle nuove conoscenze.

La prima recensione di questo camp va sicuramente a Lui Chris Haueter. Praticamente il motivo principale della mia scelta sul camp di Leuven e non su altri. Finalmente L'ho conosciuto ed ho avuto il privilegio di allenarmi e sudare con 'LUI', Erano anni che lo volevo fare, conoscere uno della 'dirty dozen'. Da tutti osannato per la sua integrità, per il suo pensare 'out of the box', per la sua ecletticità ed autentica marzialità. 

Durante una delle sue lezioni, come spesso si vede nei video disponibili, si passa DA complessi monolghi (espressi in uno stato di fervore e lucida ebbrezza degne di un Satiro) in cui storia ed evoluzione del BJJ si fondono con principi di filosofia orientale, concretezza occidentale e battute esilaranti A dimostrazioni rapide di 'posizioni' con decine di varianti assurde, tutte eseguite alla perfezione ed in rapida successione (I presenti entusiasti possono solo sperare che il cellulare abbia registrato quel momento...).

Poi torna a parlare del perché e del per come una certa posizione funziona o da dove si è evoluto un certo modo di lottare  raccontando nel mezzo le storie dei primi vale tudo, dei challenge, dei primi gringos che andavano a lottare in Brasile contro avversari ...e soprattutto contro gli arbitri.... 

Disponibilità davvero infinita con chiunque (e qui non faccio paragoni con altre tipologie di insegnanti). Mentalità apertissima a 360 gradi, grande importanza al combattimento in tutte le sue distanze e forme, partendo dall'uso delle armi, allo striking, al grappling con grande enfasi al collante del Wrestling.

Il suo credo risuonerà ancora per molto nella mia testa, ''Think Street|Train Sport|Practice Art ''!!!  Non mi dilungo oltre, ma ne potrei scrivere pagine: il web è comunque pieno di biografie, recensioni e video su di Lui. Sicuramente, una delle poche volte che mi son sentito davvero ‘blessed’ per il poter conoscere ed interagire con un Uomo del genere. (mannaggia, se ripenso a tutte le cretinate che all'inizio mi furono dette sul bjj).


Wim Deputter: Avevo sentito molto parlare di lui a partire dai camp scorsi. Avevo visto molti video di MMA (ex lottatore Pride con score 18-4-0) e bjj/grappling (plurimedagliato in varie federazioni). Avevo letto articoli su di lui e/o scritti da Lui. E infatti posso confermare che fare un paio di lezioni - e qualche chiacchierata tecnica - con Wim Peputter è stato ILLUMINANTE. Una conoscenza dei dettagli che va oltre ogni immaginazione, unita a concetti di meccanica lottatoria che tenterò di sviluppare e portare sempre con me. Nello sparring è semplicemente di un altro livello.

E poi nel bel mezzo del camp, Wim parte va via....va in polonia con la nazionale belga, ai World Games ....fa da coach e nel frattempo combatte....e arriva 2°. Niente, Un Mito!


Tra le esperienze uniche che ho potuto fare c'è lui, Stephen O'keefe. Cintura nera di bjj e pro di MMA ci ha spiegato sul tatami le sue strategie di applicazione dei leglock soprattutto nelle MMA (veramente interessanti) che illustrate da un non più giovanissimo che continua a vincere, assumono un certo sapore. Poi, vera novità per i camp GT, ha tenuto uno splendido WORKSHOP in aula sul coaching nelle discipline sportive da combattimento, con un taglio molto scientifico (lo Sportoase aveva aule predisposte ed utilizzate dai team manager di varie Società; anche qui l’italia appare molto lontana).

Stephen è infatti Laureato, specializzato e dottorando in tali discipline, ha collaborato con squadre olimpiche e lavora come performance coach. Io ovviamente mi son fiondato al workshop perché ritengo di dover offrire il meglio ai membri del GPT. Stephen è uno che può parlare per 'teoria e pratica'....e che, oltre quanto scritto sopra (ed al fatto di essere un 'padre di famiglia') è anche il coordinatore di Fight for Peace un Network internazionale che si occupa di recuperare i ragazzi in difficoltà attraverso le arti marziali e sport da combattimento.

Insomma, direi uno che non si incontra facilmente .... ma che certamente non si può incontrare in italia, dove siamo ancora moooolto indietro, soprattutto come mentalità ...Sono strafelice di aver conosciuto uno come Lui. Un esempio per Molti. Sicuramente per me.

Aaron Milam, direttamente dalla scuola di Renzo Gracie e John Danaher, aspettavamo tutti di conoscere  il moderno sistema dei leg lock della death squad. Aaron ha parlato del circular leglog theory. Oltre a ciò una fantastica lezione sui set up dalla butterfly che apre il gioco verso il leg lock game o la presa di schiena. 

Lui è l'Umiltà scesa in terra. Grande sensibilità umana, Persona eccezionale, in grado di trasmettere solo vibrazioni positive... e soprattutto una incredibile capacità di insegnare e di discutere trasversalmente di svariati argomenti (non sportivi ne di bjj).

Uno dei pochi istruttori che non si è perso nessuna delle lezioni ....degli altri istruttori, partecipando sempre con grande curiosità. Infinitamente disponibile verso chiunque durante gli orari liberi (detti Q&A), Insomma un’altra conoscenza davvero significativa, che mi ha davvero fatto ripensare molto all'approccio che si dovrebbe avere con questa fantastica disciplina e con chi la pratica. 

Nel 2010 quando la mia avventura iniziò, Il M° Marco Galzenati e Cristian de Maio mi raccontarono della volta in cui un americano era entrato in palestra chiedendo di potersi allenare e poi, rivelatosi per l'alieno che era, aveva finito col tenere lui le lezioni!!! Da quel giorno ho sempre desiderato conoscere Alan Shebaro che dopo C. Haueter era sicuramente il secondo motivo nella mia scelta del Leuven Camp..

Membro delle Forze Speciali dislocate in zone calde per anni, ha fatto davvero la guerra come operatore le cui gesta non verranno forse mai rivelate....ed incarna forse il combattente moderno per eccellenza. Ha addestrato e si è addestrato con l' Elite, con il TOP, dai Navy Seal, ai Ranger, al TACPs, all FBI.... Dismessa l'uniforme si è dedicato al Bjj (ma anche a wrestling e judo ed allo striking..), ad allenare lottatori di mma, al weighlifting (detiene il record di stato di clean e jerk). 

Negli ultimi anni ha vinto i più importanti titoli nel nord america nei master. Oltre a ciò si occupa del recupero dei veterani affetti da PTSD attraverso il bjj grazie alla Sua Fondazione 'We DEFY Foundation''. Mi piacerebbe mettere al suo cospetto, uno dei tanti venditori di fumo di military/selfdefence system (e similari) o anche uno dei tanti maestri del nulla, che ci sono in giro...sono sicuro che mi farei tante grosse risate!!!!.

Interessantissime le sue lezioni dallo stand up game alle finalizzazioni applicando grip, leve e strategie comuni ed intercambiabili. Nonostante la mole che gli consente un JJ molto fisico, ha sempre spiegato microaggiustamenti e fini dettagli utili a chiunque. Anche nel suo caso, incessanti i riferimenti al JJ nella sua essenza di strumento di difesa e/o parte integrante delle MMA, secondo il motto – di Vita e di Lotta - Engage, Endure, Evolve.

Sul tatami, Alan è uno dei gentlemen più educati che abbia mai conosciuto...ed al tempo stesso colui che ha stabilito il nuovo record nella mia personale lista di ''pressao inaudita'' subita nello sparring: da oggi Alan è al primo posto….. seguito da Bruno Matias che anche era presente a questo Camp ma che conoscevo già dai camp precedenti. 


Il Prof. Bruno Matias insieme al pluricampione Robson Barbosa hanno incantato la platea con il loro Favela (Cantagalo) JJ, rapido, esplosivo efficace, con degli sparring di situazione fatti a fine lezione per sviluppare i lavori appena mostrati. Ciò che mi aveva e continua a stupirmi è soprattutto la loro inesauribile voglia di lottare. Davvero instancabili, giravano il Tatami in cerca di nuovi sparring adattando di volta in volta il proprio ritmo a seconda degli avversari…. Nonché entrambi professor di una simpatia unica!


Alexander Neufang. Nessuno si stupisca nel vedere una cintura ‘marrone’ tra gli istruttori (non sarebbe la prima volta). Nei camp globetrotter si riferisce sempre alle capacità degli istruttori.  Vincitore di tantissimi NAGA e competizioni in giro per l'europa  ci ha deliziato con le sue uscite e sottomissioni poco ortodosse ma incredibilmente efficaci. Classi orientati ai lapel choke, davvero da ogni posizione! Uno dei pesi massimi più flessibili ed agili mai visti in vista mia.

Cintura alla Renato Laranja, contrario alle etichette ed alla rigidità di certi ambienti/regolamenti, ma mentalità da guerriero sempre pronto ad imparare (ed è praticamente un autodidatta!!). Singolari ed invidiatissime le sue patch collezionate da regali di amici e/o autoprodotte, cucite sui vari kimoni di colori improponibili, così come le sue tenute NOGI che sono un opera d’arte POP o un fumetto. Se avesse uno sponsor per poter viaggiare e gareggiare di più ne vedremmo delle belle (così come per i tanti talenti nascosti in Brasile o in Polonia etc etc). Giocherellone, umile e disponibile come pochi è’ stato infatti da subito riconfermato per i successivi Camp, nonché invitato a tenere lezioni in mezza Europa. Spero di poterlo ospitare presto in Sicilia.


Priit Mihkelson, ovvero il genio che non ti aspetti. Me ne avevano parlato come di un John Danaher nordeuropeo. Ero scettico. Poi le sue lezioni hanno alzato il sipario tra le aspettative e la realtà. Tutti, istruttori compresi, erano lì a seguire ed ascoltare le sue classi: Non una vera e propria tecnica, non una difesa, non una finalizzazione: Solo posizioni, concetti, sistemi, ''meccanica dei click'', una innovativa maniera di guardare al controllo in top position (mezza e monta) e difese schiena/e dalla turtle in versione attiva e passiva.... e mentre noi eravamo già tutti a bocca aperta lui dice ''Don’t Trust me, Just Challenge me! Who’s first? ’’ ...e da lì, man mano che chi provava inesorabilmente falliva, pian piano vengono messi in dubbio tante tue certezze.

C'è voluto poco perché letteralmente, a furor di popolo, venisse richiesta ed autorizzata una lezione aggiuntiva in cui c'è stato il pienone. Cintura nera sotto Matt Thornton, Priit pratica arti marziali da 23 anni di cui 16 nel Brazilian Jiu-Jitsu, Grappling and MMA. Oggi è head coach della 3D Treening / SBG Tallinn, la più grossa scuola in Estonia. 

Il suo approccio potrebbe meglio descritto come Minimalismo Funzionale e si basa su posture fondamentali che secondo lui, tutti i grappler (GI/NOGI) e lottatori di MMA dovrebbero conoscere, per poi sviluppare il proprio modo di combattere. Tecnicamente ineccepibile, a 360 gradi: lotta in piedi, striking, lotta a terra. Alla ricerca costante dell'applicazione della 'meccanica del wrestling' anche nella lotta al suolo, credo sia davvero riuscito ad affinare qualcosa che non si era ancora visto in giro. In una sola parola: INNOVATIVO, soprattutto sulle metodiche d'insegnamento. Uomo di formidabile cultura con uno spiccato senso dello 'humor estone' ha trasmesso tantissimo sull'importanza dell'insegnamento ''Teaching is an art in itself". 

Cercatelo su internet, guardate i video ufficiali della SBG...ma soprattutto se vi trovate a passare dalle sue parti e/o sapete di un suo seminario NON esitate. Potete invitare per un seminario il più grande pluricampione, famoso per l’ultima guardia De la Worm Spider Lasso Inverted  che vi insegna 5 tecniche e va via... OPPURE invitare un vero INSEGNANTE – magari con meno titoli IBJJF - che però può cambiare il vostro modo di combattere a 360°gradi (permettendovi anche di essere longevi nel farlo).  In tal ultimo caso non abbiate dubbi chiamate Lui!

Come scritto all’inizio, è impossibile passare in disamina tutti gli istruttori del camp, ognuno ha dato una sua chicca, una sua perla. Christian Graugart, sul quale ho molto scritto – personalmente uno dei miei idoli -  come sempre ha lasciato tutti stupiti, togliendo il velo sul suo nuovo 'sistema concettuale' per la difesa da ogni posizione e Fran Vanderstukken – altra perla della Brasa Belgium, buon sangue non mente - con le sue modalità di lavorare da sopra con avversari più grossi.... e poi l'efficacissimo Kenny Polmans, con i suoi lavori di passaggio e ribaltamento, Melissa Hauter con le sue 'only women class', la simpatia di Lorenzo Fraquelli (se vi trovate a Londra, un salto nella sua academia è d’obbligo), il siculo americano Joey Carta che ci ha fatto vedere tanti piccoli segreti per chiudere bene i triangoli, il judo basic di Gareth, il coriaceo ed impassabile David George Mocegao, ancora una volta bestia nera sul tatami per quasi tutti Noi. …

Vedete? Ci sono ricascato!!! Nel fermento di voler descrivere il tutto, si rischia di sorvolare ed accelerare sull’operato di alcuni, finendo col deprezzarne le capacità. La verità è che, a distanza di poche settimane sono ancora sotto l’effetto di un K.O. cognitivo, una sorta di coma da abuso di sostanza jitsera. 

Ho preso parte a molti camp in Italia (uno a pochi giorni di distanza da Leuven), organizzati da diversi team presenti sul nostro territorio, curati da Maestri di cui ho la massima stima e dai quali ho imparato tantissimo e che singolarmente non hanno nulla da invidiare alla maggior parte dei colleghi…..ma, quando mi si chiede un giudizio  comparativo, con il massimo rispetto rispondo che nessuno di questi è comparabile ad uno dei Globetrotter.

Certo, i numeri del Nord Europa consentono di gestire eventi simili in modo ‘sostenibile’, ma credo sinceramente che al di là delle differenze in termini di istruttori, dei Team, del livello tecnico, della visione e dell’approccio che si ha,  nel nostro Paese manchi soprattutto la mentalità necessaria a superare certe barriere. Sarebbe bello se istruttori/competitor/cinture colorate italiane provassero qualche volta questa esperienza.

Da un punto di vista individuale, l’emozioni sono molte, ad ogni camp si fanno nuove amicizie, si vivono bellissime esperienze, in un clima vacanziero e si impiega qualche settimana a superare il cosiddetto ‘post camp blues’.  

Personalmente ho imparato a gestirlo solo tramite il pensiero che quanto vissuto mi ha certamente arricchito umanamente…e soprattutto grazie al fatto che appena rientro da un camp, inzio già a prenotare quello successivo: I posti ormai vanno a ruba un anno prima!!!

reportage by Enrico Di Luise


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